A livello nazionale ed europeo i lobbisti del settore agricolo hanno già chiesto sostegno per il settore delle carni e dei latticini. Ma per ridurre il rischio di future pandemie, l’Unione europea e i governi nazionali devono bloccare il sostegno all’allevamento intensivo nei pacchetti di salvataggio o con altri sussidi pubblici, salvando invece l’agricoltura su piccola scala. La richiesta arriva da Greenpeace che entra così nel dibattito sul post emergenza.
L’allevamento intensivo ha un ruolo ben noto sia per l’emersione che la diffusione di infezioni virali simili al Covid-19. Si stima, dice Greenpeace, che il 73% di tutte le malattie infettive emergenti provenga da animali. E che gli animali allevati trasmettano agli esseri umani un grande numero di virus, come i coronavirus e i virus dell’influenza. “E’ probabile che gli allevamenti intensivi, in particolare di pollame e suini, nei quali gli animali sono tenuti a stretto contatto e in numero molto elevato, oltre che movimentati su grandi distanze, possano far aumentare la trasmissione di malattie”
Fonte: Cambia la terra
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