La direttiva UE sull’uso sostenibile dei pesticidi (SUD) deve essere rivista. Come la Corte dei Conti europea ha messo in luce nelle ultime settimane, gli agricoltori sono poco incentivati ad adottare metodi alternativi considerato che non c’è collegamento efficace tra l’obiettivo di ridurre in maniera concreta e misurabile l’uso dei pesticidi e i pagamenti a titolo della PAC. E nessuno verifica la reale consistenza del fenomeno pesticidi: mancano sistemi di monitoraggio adeguati relativi all’effettiva riduzione dell’uso dei pesticidi nel territorio dell’UE.
Sono solo alcuni dei punti critici che FederBio, per la campagna Cambia la Terra (di cui fanno parte anche Legambiente, Lipu, Medici per l’Ambiente e WWF), analizza come contributo alla revisione della direttiva del 2009 sull’uso ‘sostenibile’ dei pesticidi.
Secondo il documento presentato è prioritario in primo luogo ridurre l’utilizzo dei pesticidi di sintesi. È necessario, perciò, incoraggiare e accelerare l’ingresso sul mercato di prodotti di bio-controllo dei parassiti alternativi, escludendo l’uso di sostanze di sintesi a favore di prodotti fitosanitari naturali o minerali. Al tempo stesso vanno ridotti drasticamente i rischi connessi all’utilizzo dei pesticidi attraverso norme più stringenti ed efficaci sulle distanze minime di sicurezza dalla popolazione e dalle coltivazioni biologiche, per tutelarle efficacemente dal rischio della contaminazione accidentale.
La modifica della direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi, e le scelte conseguenti nella riforma della PAC, è quindi essenziale per intraprendere il nuovo percorso indicato nelle strategie “Farm to Fork” e Biodiversità 2030 della Commissione Europea.
Fonte: Federbio
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