LEGGE SUL BIO ITALIANO: CI SIAMO QUASI

Approvata al Senato ora si va alla Camera: le considerazioni di Maria Grazia Mammuccini, presidente Federbio

28/05/2021

Finalmente il Senato ha approvato la legge sul biologico: adesso dovrà ripassare alla Camera per l’ultimo voto dopo le modifiche, ma possiamo considerarla avviata all’approvazione finale e rapida. È una legge che aspettavamo da anni, che è destinata a riconoscere l’importanza del settore ma anche a migliorarlo e a fargli fare decisi passi in avanti. Paradossalmente, il grande ritardo nell’approvazione alla fine ha favorito un testo che si ricollega ad altri importanti strumenti di governance: penso alla Strategia Farm to Fork, approvata un anno fa in pieno lockdown continentale, che tra le altre cose destina al biologico il 25% della superficie agricola europea, con un bel salto in avanti rispetto alla media attuale dell’8%, e al recentissimo Piano d’azione europeo per il biologico che individua strumenti per raggiungere questo obiettivo (...). È un balzo che in realtà favorisce proprio il biologico italiano, che si trova oggi in pole position per raggiungere gli obiettivi indicati dall’Europa. (...) la legge mancava. E mancava per molti motivi.

Primo di tutto perché pone una forte attenzione alla nostra produzione: il biologico italiano ha una marcia in più, e nel testo licenziato dal Senato viene confermata la creazione e valorizzazione di un marchio del bio made in Italy. (...)

Poi ci sono i distretti, perché il bio non è solo una maniera di produrre, è una maniera per tutelare le risorse ambientali e creare nuove relazioni sociali che valorizzino il territorio e la comunità locale. I biodistretti potranno valorizzare la produzione pulita, rafforzare la possibilità di ‘fare squadra’ tra agricoltori e cittadini, creare distretti produttivi di scala locale (...).

Nella legge ci sono anche i dettami per la ricerca verso l’agroecologia, di cui il biologico ha assoluta necessità (...).

Infine la legge prevede il Piano di azione nazionale che fa il paio con quello impostato a livello europeo, (...) sarà l’occasione per  impostare una strategia ed una programmazione nazionale collegata al Piano Strategico Nazionale della PAC, che individui obiettivi ambiziosi di crescita del biologico e gli strumenti necessari per raggiungerli (...).

Certo, come è noto, tutte le rose hanno delle spine. (...) si è trovato il tempo di attivare una polemica sul biodinamico che falsifica, tra l’altro, i dati di realtà. Non c’è nessuno scandalo nel fatto che il biodinamico rientri a pieno titolo nel biologico. L’agricoltura biodinamica non solo rispetta i principi fondanti del bio, utilizzando da sempre prodotti di origine naturale per curare i campi e curare il suolo, ma – con l’obiettivo del ciclo chiuso per la presenza di animali in azienda e con almeno il 10% di superficie agricola destinata alla biodiversità – rappresenta una delle punte più avanzate del sistema del bio. È per questo che la biodinamica è inserita nei Regolamenti europei in materia di agricoltura biologica fin dal 1991 e la norma nazionale non fa altro che prenderne atto.

(...) la legge ha deciso anche di guardare in avanti, prevedendo che, oltre al biodinamico, siano equiparati al biologico anche nuove metodi basati su specifici disciplinari che si stanno ormai diffondendo, come ad esempio la permacoltura, l’agricoltura rigenerativa e altre ancora, purchè rispettino le disposizioni dei regolamenti dell’Unione europea e delle norme nazionali in materia di agricoltura biologica.

(...) Il Paese si muove, lo scandalo sarebbe bloccarlo.


Fonte: Cambia la Terra

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